martedì, settembre 11

INDART Industries join art

Paolo Grassino - SENZA TITOLO - fusione in alluminio

Nella splendida cornice dell'Orangerie della Villa Reale di Monza è ospitata dal 6 al 23 settembre la prima edizione della mostra "INDART - Industries Join Art", un evento innovativo che promuove la produzione artistica sostenuta da una cultura mecenatistica legata al tessuto industriale del Paese.
Mi vorrei soffermare su due opere in particolare perché è pensiero comune che laddove ci sia una produzione meccanica manchi spesso qualsiasi ispirazione artistica. In realtà, anche il più semplice oggetto meccanico nasce dal pensiero di un designer che di solito chiamiamo ingegnere. Conosco molto bene questa esigenza e ricordo che a metà anni '90, nell'impresa di famiglia, un'azienda metalmeccanica, leader nel settore della componentistica per illuminazione, ad un certo punto ci fu l'esigenza di coniugare la propria produzione di componenti con l'ausilio della creatività di veri designer. Eravamo agli albori e i risultati della collaborazione non furono eclatanti. Vista la proposta di INDART oggi, mi fa davvero molto piacere vedere e sapere che un connubio vincente tra arte e meccanica e più in generale tra INDUSTRIA  e ARTE è invece possibile. Bravi! 


Giovanni Albanese - ECLISSE 58 - Ferro e luci a fiamma
The first edition of the exhibition "INDART - Industries Join Art", an innovative event,promoting the artistic production supported by a patronage culture linked to the industrial field in Brianza, will take place  in the beautiful Orangerie of the Royal Villa in Monza from 6 to 23 September.
I would like to focus on two works in particular because it is a common thought that where there is a mechanical production often lacks any artistic inspiration. To be honest, even the simplest mechanical object comes from the thought of a designer that we usually call engineer. I know  this need quite  well and I remember that in the mid-90s, in the family business, a leader company in the lighting components field, at a certain point the need was  to match the production of components with the aid of the creativity of  designers. We were pioneers and at that time the results of the collaboration were not brilliant. I am very pleased to see and know that the experiment of INDART is indeed  a winning formula and that  between art and mechanics and more in general between INDUSTRY and ART the co-operation is possible. 

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